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Vi siete mai chiesti come fanno i motori di ricerca a determinare il vostro obiettivo quando inserite una parola nel box di ricerca?
Come mai se cercate scarpe da ginnastica nei primi risultati esce una griglia con le immagini delle scarpe di ginnastica in vendita, mentre se cercate Nike esce il link al sito della Nike?
Google cerca di capire il vostro intento di ricerca attraverso le parole che inserite nel box di ricerca, e non solo. Utilizza la vostra posizione (geolocalizzazione), la cronologia del vostro browser, i cookie e altri strumenti.
Quindi, se scrivete scarpe da ginnastica probabilmente state cercando un nuovo paio di scarpe da ginnastica, se invece scrivete Nike volete andare sul sito della Nike.
Oggi parliamo proprio di questo: ricerca semantica e intenti di ricerca.
Iniziamo dalla prima.
Cos’è la ricerca semantica
SEO semantica: come fa Google a capire il contesto di un contenuto web?
Agli albori del web, per posizionare un sito web nei motori di ricerca, era sufficiente inserire le keyword che riguardavano l’argomento di cui stavamo trattando all’interno della pagina, inserire la keyword all’interno del meta tag keyword, e il sito si sarebbe posizionato.
Di conseguenza i webmaster e SEO iniziarono a inserire in maniera eccessiva le parole chiave all’interno delle pagine, fenomeno detto keyword stuffing, per superare i siti dei concorrenti e piazzarsi più un alto.
A sua volta Google ha iniziato a sviluppare algoritmi sempre più intelligenti per far fronte al keyword stuffing.
Nel 2013 è nato Hummingbird. È un algoritmo di Google che è in grado di analizzare i testi e capire il contesto che li circonda. In questo modo il motore può posizionare una pagina senza che una keyword sia presente al suo interno, solo analizzando le frasi e parole che sono presenti nel testo. La nascita di Hummingbird ha permesso anche di avere una comprensione migliore di tutte le query di ricerca che spesso sono discorsive e comprendono più di una parola.
In questo modo big G. ha iniziato a restituire risultati sempre più rilevanti e pertinenti.
Come fa Google a capire il contesto di una ricerca?
Queste sono alcune delle azioni che vengono eseguite per determinare il contesto di una ricerca e mostrare i risultati più pertinenti:
Analisi del contenuto della pagina
Analizza tutto il contenuto della pagina, il testo, le immagini, gli attributi delle immagini, il tipo di sito (informativo, blog, e-commerce), le parole chiave, i sinonimi, il significato contestuale.
In questo modo, quando facciamo una ricerca che non esplicita il significato, può capire comunque di cosa stiamo parlando, utilizzando le altre parole che appaiono in un determinato contesto e non in un altro.
Facciamo un esempio: se digitate la parola corsa ed effettuate una ricerca i primi due risultati che compaiono riguardano entrambi il running:
Nel box delle ricerche correlate, in fondo alla pagina, tra i suggerimenti di ricerca compare corsa opel, l’algoritmo riconosce che la parola corsa può avere altri significati. Non esplicitando il vostro intento nella prima ricerca, vi suggerisce delle alternative.
Se cercate corsa gpl, Google vi mostrerà subito i risultati dell’auto, perché la parola gpl riguarda solamente il contesto delle auto e non quello del running.
Allo stesso modo, se scrivete corsa consumi capisce che vi state riferendo al consumo di carburante e non a quello di calorie durante una sessione di running. Succede perché la parola consumi è associata con più facilità al contesto delle auto.
Ora se provate a scrivere corsa consumo e inserite uno spazio, Google Suggest vi consiglia nelle prime due righe corsa consumo calorie e corsa consumo grassi. Ha capito che con molta probabilità vi riferite ad una di queste due cose, e vi mostrerà dei risultati pertinenti.
Posizione geografica
La geolocalizzazione del vostro browser aiuta il motore a capire cosa state cercando. Se cercate la parola gommista vi consiglierà i gommisti più vicini. Lo stesso discorso con altre ricerche a forte carattere locale, come ristorante. Cercando comune vi mostrerà la sede del comune della vostra città.
Argomenti di tendenza e trend
I trend e le tendenze del momento influenzano i risultati di ricerca. Quando inserite il nome della vostra squadra del cuore vi mostrerà una scheda estratta dal Knowledge Graph con il risultato dell’ultima partita, oppure la data della prossima partita, oppure le ultime notizie di calciomercato.
Formula della domanda
Se formulate direttamente una domanda come che ore sono o quando sorge il sole vi mostrerà direttamente uno snippet con la risposta alla vostra domanda. Nel primo caso mostrerà l’orologio, nel secondo caso gli orari di alba e tramonto della vostra città.
L’intenzione dell’utente
Come nell’esempio ad inizio articolo, in base alla formula della vostra query (la domanda che ponete al motore di ricerca) mostrerà un risultato pertinente. Se cercate scarpe da ginnastica probabilmente volete solo acquistare un paio di scarpe, quindi non vi mostrerà la pagina Wikipedia con la storia della nascita delle scarpe da ginnastica, ma direttamente i siti da cui poterle acquistare.
Intento di ricerca: cosa sta cercando l’utente?
Qual è il suo obiettivo?
Questo lunghissimo preambolo sulla ricerca semantica ci permette di capire al meglio gli intenti di ricerca degli utenti ed i tipi di query. Le query sono le domande che ponete al motore di ricerca.
Esistono tre tipi di query principali: query informative, query navigazionali, query transazionali.
Query informative
Una query è di tipo informativo (o informazionale) quando l’utente sta cercando delle informazioni di cui non è in possesso. Se sto cercando biografia LeBron James avrò tra i primi risultati la pagina Wikipedia che parla della sua storia, non avrò la scheda di Google Shopping in cui acquistare la canotta di LeBron. Google ha capito che sono interessato a ricevere un informazione e non ad acquistare qualcosa. Può esserci un eccezione: potrebbe suggerirmi l’acquisto di un libro sulla sua storia. Google ha capito comunque qual è la mia intenzione.
Le query informative sono le più vaste, alcuni esempi: condizioni del meteo, indicazioni stradali, sintomi di una malattia, come imparare a fare una determinata cosa, interviste a personaggi famosi, ecc ecc.
Tutto ciò che riguarda l’acquisizione di informazioni è una query informativa.
Le query informative sono quelle più comuni.
Degli studi effettuati dalla Pennsylvania State University e dalla Queensland University of Technology hanno dimostrato che più dell’80% di tutte le ricerche che vengono fatte online sono di tipo informazionale.
Query navigazionali
Le query navigazionali sono le ricerche in cui l’utente vuole raggiungere un determinato sito web attraverso il motore di ricerca.
Come nell’esempio di Nike ad inizio articolo, se voglio vedere tutte le scarpe della Nike mi basta cercare sito Nike e avrò al primo risultato il sito della Nike.
Le query navigazionali hanno un alto valore di conversione perché l’utente è già al corrente di cosa ha bisogno, sta cercando il percorso più breve per raggiungerlo.
Se cerco pagare bollo sto cercando il sito dell’ACI o dell’Agenzia delle Entrate per pagare il bollo. So già cosa devo fare.
Query transazionali
Le query transazionali sono quelle in cui lo scopo è acquistare un prodotto o servizio, ma non solo. Hanno il compimento di un’azione come obiettivo finale. Se cerco scarpe da ginnastica probabilmente voglio acquistarne un paio. Troverò subito le scarpe da ginnastica in vendita.
In questo caso l’utente non ha bisogno di informazioni, sa già cosa fare, deve solo raggiungere il suo obiettivo: acquistare un paio di scarpe.
Le query transazionali non includono solo quelle in cui viene fatta una transazione. A volte si tratta di svolgere un azione che non include un pagamento.
Iscrizione Facebook è una query transazionale. Vendere auto è una query transazionale.
Comprendere il tipo di query e l’intento di ricerca
Cosa fare dal punto di vista SEO
Comprendere le intenzioni dell’utente è essenziale per una buona ottimizzazione del sito web e per il posizionamento di esso. Distinguere il tipo di query serve allo specialista SEO per ottimizzare il sito e aiutare l’utente al compimento dell’azione che vuole svolgere.
Fornire una risposta navigazionale ad una query transazionale è dannoso per il posizionamento seo. Se vuoi posizionarti per una query transazionale sulla tua pagina, devi offrire in vendita il prodotto che l’utente vuole acquistare, o almeno inserire un link per l’acquisto dello stesso.
Per posizionarti per una query informazionale devi offrire le informazioni che l’utente sta cercando.
Se il tuo obiettivo è posizionarti per una query navigazionale, per il tuo sito personale, devi fare branding, in modo che l’utente si ricordi del tuo sito e cerchi direttamente il tuo nome su Google.
Conclusioni
La ricerca semantica e l’intento di ricerca sono la base della SEO semantica. La prima serve a capire in che modo ragiona Google e come ottimizzare al meglio un sito per scalare la vetta della SERP. Il secondo serve a capire come ragiona l’utente e aiutarlo a compiere l’azione che sta svolgendo.
Comprendendo entrambi si può migliorare l’esperienza degli utenti sul nostro sito.
Ti è mai capitato di effettuare una ricerca e trovare ambiguità nei risultati? O di non trovare subito la risposta?
Raccontamelo nei commenti 😉